- Francesco Tironi
Tensione Siro-Statunitense: una nuova guerra fredda?
Nonostante la Cina sia stata un prezioso alleato durante il conflitto tra U.R.S.S e U.S.A a partire dalla morte di Stalin alla caduta dell’unione Sovietica, sembra che i rapporti tra Washington e il Dragone siano sempre più tesi e potrebbe essere il preludio per un punto del non ritorno.
I flussi economici fra le due superpotenze sono tra i più fruttuosi al mondo, ma non significa assolutamente che i due siano sulla stessa lunghezza d’onda, anzi.
Nelle politiche economiche dei governi a stelle e strisce a partire da Trump si evince la necessità di autosufficienza economica e strategica dai monopoli del gigante asiatico come quello delle terre rare, oggi più che mai fondamentali poiché necessari per il funzionamento di Computer, telefoni etc…; ciò fa infuriare la Cina che sempre più stringe la morsa sull'influenza dell’Occidente sui suoi cittadini e alimentando un sentimento patriottico e apertamente ostile agli U.S.A.
Ma oltre alla guerra economica si rischia di poter vedere in futuro una guerra vera e propria tra i giganti, nella ormai famosa Disputa su Taiwan; la Cina considera l’isola un terreno inalienabile del proprio territorio, mentre l’America uno Stato indipendente e una fiorente democrazia. Ma qual’è la verità?
Beh, partirei dal dire che in queste questioni di geopolitica non è tutto bianco o nero ma ha molte sfaccettature, quindi mi limiterò a esporre i fatti in questione.
Contesto: In Cina dal 1927 al 1950 ci fu una guerra civile tra i comunisti di Mao Zedong e i nazionalisti di Chiang Kai-shek, spuntata poi dal P.C.C. (Partito Comunista Cinese); allora il leader dei nazionalisti insieme ai suoi fedeli del Partito Nazionalista, detto Kuomintang, si insediò nell’isola di formosa (Taiwan) e instaurò un regime dittatoriale detto Terrore Bianco durato dal ‘49 al ‘87; anno in cui naque la famosa democrazia taiwanese.
Ma tutto ciò non fu mai accettato dalla Cina continentale che non riconobbe mai neanche la sua esistenza, anzi per il governo comunista è quasi un’ossessione, tanto da non commerciare con gli Stati che riconoscono l’isola come un’entità indipendente (attualmente 14 e non di rilievo internazionale).
In merito gli Stati Uniti giocano in una posizione di ambiguità strategica, ovvero riconoscono la Cina popolare come unica e legittima rappresentante del popolo cinese, ma commerciando liberamente con la piccola Repubblica di Cina e tenendo anche ambasciate.
Perché a tutti importa così tanto di Taiwan?
L’isola intanto ha una posizione estremamente strategica dal punto di vista commerciale essendo uno snodo tra mari, ma il motivo principale è che il piccolo Stato ha il monopolio sull’assemblamento di microchip che sono gli aggeggi che fanno funzionare anche le tecnologie più basilari; ovviamente ciò fa gola al Dragone e il gigante a stelle e strisce che bramano la prima di riuscire finalmente a inglobare Taiwan nei suoi territori e di acquisirne le conoscenze mentre il secondo spera di poter mantenere questa zona grigia per il maggior tempo possibile.